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frutta ad autunno

Cosa porta con sé l’autunno? I colori focosi e avvolgenti delle foglie, certo. E, poi, l’aria più fresca. Ma questa seducente nuova stagione ci regala anche una generosa varietà di frutti, tra i quali ve ne sono alcuni che sono spesso dimenticati. Sapori antichi e nutrienti.

Questi frutti, oltre ad essere gustosi, rappresentano una parte integrante della nostra tradizione, sicché possono arricchire molto bene anche la tua tavola. Rendendo altresì il tuo giardino, se vorrai piantarli per tempo, un vero eden pieno di meraviglie.

Per tutte queste ragioni oggi vogliamo dunque riscoprire insieme a te almeno dieci tra i frutti autunnali che – a nostro avviso – meritano di tornare protagonisti. Seguici…

I frutti autunnali di stagione dimenticati e da riscoprire

Sarai d’accordo: l’abbondanza della frutta autunnale ci ricorda la ricchezza della biodiversità originaria del nostro Paese.

Purtroppo per via della frenesia della storia, che – ahinoi! – ci ha imposto novità e ritmi sempre più serrati, nel tempo molti frutti antichi del Mediterraneo sono stati messi da parte. Ma anche la semplice disattenzione di tutti i giorni ha avuto il suo ruolo nefando in questo mutamento di abitudini: di anno in anno, di generazione in generazione.

Tuttavia il valore nutrizionale di questi frutti e il ruolo culturale delle loro piante antiche è tutt’altro che scomparso. Perciò vale subito la pena scoprirli, uno ad uno.

Sorbo (Sorbus domestica)

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Un tempo molto diffuso nelle campagne, il Sorbo (Sorbus L.) produce un piccolo frutto facile da coltivare, che si presenta in forma di grappolo. Lo hai mai assaggiato?

Il frutto del Sorbo si distingue per il suo sapore un poco acidulo. Ciò di cui inoltre devi prendere nota, se vuoi farne una buona conoscenza, è che risulta pure ricco di vitamine e antiossidanti.

Oggi, però, è raro trovare il Sorbo sulle nostre tavole, benché resti perfetto per chi ama sapori rustici e decisi. Puoi comunque ricercarlo per produrre, per esempio, delle buone marmellate; oppure puoi inserirlo nel tuo frutteto antico per consumarlo fresco, benché sia ottimo anche essiccato o trasformato in distillati e altri prodotti.

N.B. L’albero di Sorbus L. è rustico e poco esigente:

  • si adatta bene a tutti i tipi di clima, purché piantato in pieno sole:
  • resiste agli inverni più rigidi:
  • è caratterizzato da una una buona adattabilità nei confronti dei vari tipi di terreno (tollera bene quelli argillosi e compatti, sempre privi di ristagni idrici).

Azzeruolo

Una mela in miniatura: si presenta un po’ così il frutto dell’Azzeruolo (Crataegus azarolus). Dirai, forse, ‘questo sconosciuto’? Epperò merita attenzione anche lui, perché resta davvero ricco di proprietà benefiche per la salute.

Perciò ‘le nonne’ usavano l’Azzeruolo per fare ottime composte: marmellate che sapevano di mela selvatica, in un perfetto equilibrio tra acidulo e dolciastro. Ti stuzzicherebbe ancora adesso una merenda di questo tipo? Anche tu, dunque, gradiresti recuperare questo frutto dimenticato per inserirlo nel tuo spazio verde e quindi provarti in speciali confetture?

N.B. Un tempo la pianta del Crataegus azarolus era molto popolare – tra l’altro – per la sua provata resilienza (caratteristica questa che, dati gli sbalzi climatici cui siamo oggi sottoposti, forse conviene non sottovalutare…). E quello italiano veniva in particolare citato non solo per il sapore molto particolare, che tuttora rappresenta un interessante spunto culinario, ma anche per dimensioni e bellezza della specie.

  • Ecco che puoi ancora oggi sceglierlo per completare il tuo frutteto familiare, ma anche come elemento singolo (e decisamente ornamentale!) in giardino. Valuta con noi l’opportunità di pensarci.
  • Tieni comunque conto che il Crataegus azarolus predilige terreni drenati e non eccessivamente compatti… Ma si adatta bene anche a quelli più argillosi o calcarei (basta che non ci siano ristagni).

Nespola germanica

le fase lunari nella semina a settembre

La Nespola germanica (Mespilus germanica) è piuttosto diversa dalla più comune Nespola giapponese. Polpa molle e dolce, si consuma solo quando – in autunno – diventa morbida e zuccherina.

Un tempo molto apprezzata come frutto capace di chiudere in bellezza la stagione, oggi (rarità tra le rarità) la Nespola germanica non aspetta altro che di essere riscoperta anche da te. Promettendoti un cibo diuretico e ipocalorico: adattissimo per molti aspetti alle necessità dei giorni nostri.

N.B. Rustica e resistente al freddo, la pianta di Mespilus germanica però cresce molto lentamente. Quindi se hai intenzione di ospitarla per godere poi dei suoi frutti… Ci dovrai pensare in tempo (!). Magari con un rapido consiglio al centro di giardinaggio e una prenotazione del numero di esemplari che desideri.

  • Ricorda poi che quest’albero vuole una buona esposizione al sole e, data la sua dimensione limitata, è adatto a stare anche in vaso/fuori suolo. Puoi immaginarlo allora persino sul balcone di casa tua oppure – per esempio – nel contesto di un rooftop restaurantBuona idea? Buona (!).

Giuggiola

le fase lunari nella semina a settembre

Sei già in-brodo-di-giuggiole? Anche noi, sai. Eccole là. Molti le chiamano ‘datteri cinesi’, e sono frutti gradevoli e croccanti, che si possono mangiare sia freschi che essiccati, perfetti per arricchire insalate e creare dolci molto particolari. E quante doti salutari ha questa pianta!

Le proprietà del frutto della Giuggiola, in effetti, sono tante. Anzitutto, è un cibo calmante e depurativo. Perciò veniva già molto apprezzato dalla medicina tradizionale. Come abbiamo fatto, allora, a dimenticarlo?! Certamente va riconosciuto e riportato in auge, ovunque si trovi a suo agio.

N.B. L’albero di Ziziphus jujuba predilige un clima caldo, resistendo bene anche a periodi di lunga siccità. L’esposizione ideale di questa pianta – dunque – è in pieno sole, in particolare se ti trovi in zone caratterizzate da inverni umidi e freddi. Teme quindi i ristagni e si moltiplica per polloni radicali.

Corbezzolo

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Cosa sarebbe la macchia mediterranea senza Corbezzolo (Arbutus unedo)?! Perciò – benché un po’ abbandonata – questa pianta resta nell’immaginario contadino delle nostre terre (ma è diffusa anche molto in Irlanda, sai?).

Piccoli frutti rossi e spinosi, dolci e un po’ granulosi, ne fanno una vera leccornia: da gustare fresca, così com’è, ovvero da trasformare in marmellate. Per un pasto carico di vitamina C, ideale per rinforzare le difese immunitarie quando si abbassano le temperature.

N.B. Non esigente in quanto a cure particolari, la pianta va posizionata in zone riparate dai venti ed esposte a sud. Tieni conto inoltre che rende molto sia utilizzata come arbusto isolato che in macchia con altri cespugli. Tuttavia è sconsigliata come siepe, perché ha una crescita piuttosto lenta. Allora… Lo vorresti anche tu, un esemplare di Arbutus unedo, nel tuo spazio aperto? Corbezzoli, che bella idea!

Mela Cotogna

le fase lunari nella semina a settembre

Quanti bei ricordi porta con sé, la Mela Cotogna (!). Il primo, forse, è quel suo profumo antico e inconfondibile.

Frutto arcaico, ha una consistenza che non permette di mangiarla cruda; ma cotta Che delizia che è.

Forse anche tu ricorderai, da bambina o da bambino, di aver assaporato con sorpresa le marmellate e – soprattutto – le gelatine di Mela Cotogna. Un tempo, d’altronde, era molto comune trovare, nelle case di campagna, i suoi frutti essiccati: un dolce naturale, pronto da succhiare.

N.B. Il momento più giusto per mettere a dimora un alberello di Cotogno (Cydonia oblonga) è il periodo di stasi vegetativa, cioè da novembre all’inizio della primavera. Naturalmente in pieno sole. Ricordalo.

Fico d’India

le fase lunari nella semina a settembre

Se sei un tipo che ama i ricordi del sud e le piante resilienti, ecco quella che fa per te. Caratteristico dei climi più caldi e scenografico, il Fico d’India (Opuntia ficus-indica) porta del resto con sé sapori dolci ed estivi.

I suoi frutti, ricchi di fibre e vitamine, sono perfetti per preparare succhi o marmellate.

N.B. Grazie alla sua capacità di crescere in condizioni difficili, è appunto un simbolo di tempra forte. Potrai piantarlo in maggio.

Sambuco

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Forse tu non lo sai, ma il Sambuco (Sambucus nigra) – con le sue piccole bacche scure e le sue proprietà benefiche – era un ingrediente fondamentale nella cucina rurale del passato. Chi è memore delle sue caratteristiche antinfiammatorie e immunostimolanti, del resto, fa bene a continuare ad utilizzarlo per tisane e sciroppi. E magari può scegliere di domandare ai nostri quando e come sia meglio piantarne uno in giardino (a primavera o proprio in autunno).

Carrubo

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Questa scommettiamo che non la sai: il Carrubo (Ceratonia siliqua), famoso per i suoi baccelli scuri e dolci, è stato a lungo utilizzato anche come surrogato del cacao. Il vantaggio – oltre tutto – è che i frutti di questa pianta sono privi di caffeina e di stimolanti tipici del cacao stesso, mentre contengono un ridotto contenuto di grasso e molte utili fibre. Questi frutti, dunque, sono un’alternativa salutare per dolci e bevande: soprattutto per chi cerca sapori naturali e non troppo elaborati.

N.B. La Ceratonia siliqua gradisce alte temperature, ambienti soleggiati/luminosi, adeguandosi d’altronde a qualsiasi tipo di terreno (fino a circa 400 metri di quota).

Pera Cotogna

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E dopo la Mela… Non poteva certo mancare la Pera Cotogna (Cydonia oblonga): meno nota rispetto alla prima, ma alla pari interessante. Questo frutto ha infatti una polpa profumata e granulosa, letteralmente capace di stregare. E, come la sua ‘cugina’, viene spesso consumata cotta o trasformata in conserve.

Bene. Eccone un altro, viene da dire: un altro frutto dimenticato che è senz’altro degno di non essere lasciato a marcire tra i ‘fantasmi del frutteto’, in particolare se se ne apprezza la versatilità in cucina. Confetture, torte con la ricotta o il cioccolato, risotti… Insomma l’imbarazzo della scelta.

N.B. Quanto all’alberello di Cydonia oblonga, esso ama terreni freschi, sciolti, neutri o subacidi. Non gli sono graditi – invece – quelli argillosi e calcarei, poiché soffre facilmente di clorosi ferrica.

Conclusioni

Ti ha conquistato questo giro nel frutteto di un tempo? A noi piacerebbe davvero trasformarlo da virtuale in reale, introducendoti in modo concreto e più approfondito alla coltivazione di queste piante antiche. E al conseguente utilizzo dei loro splendidi frutti.

Riteniamo, infatti, che riscoprire i frutti autunnali delle origini sia uno dei modi più belli per rispettare la nostra terra e le nostre tradizioni. D’altronde, inserire nella dieta questi frutti dimenticati non solo ci permette di variare l’alimentazione, ma anche di sostenere la biodiversità e un consumo sostenibile.

E tu, hai già piantato una di queste piante? E hai provato qualcuno di questi frutti? Facci sapere quale ti ha incuriosito di più.

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

Line Verde Nicolini
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