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erbe aromatiche conservazione

Prova a pensare quante generazioni sono state ‘coltivate’ all’interno della nostra azienda. Comincia il conto:

  1. dal punto di vista imprenditoriale già c’eravamo nel periodo precedente alla nascita dei primi rappresentanti della cosiddetta generazione perduta  (1883-1900);
  2. poi abbiamo dato il nostro apporto importante con diversi esponenti della greatest generation (1901-1927);
  3. quindi l’attività dei Nicolini – dopo aver attraversato una guerra e dovendone ahinoi affrontare un’altra – è stata molto presente anche nella fase 1928-1945 (mentre cioè prendeva forma la generazione silenziosa);
  4. segue l’entrata in scena, anche nella nostra linea del tempo, dei mitici boomers (forse i più fortunati, nati tra 1946 e 1964);
  5. poi – destinata ad essere più o meno attiva in modo diretto e continuativo nel lavoro per il verde – si affaccia la generazione X, venuta alla luce dal 1965 al 1980 e diventata forse il primo elemento davvero un po’ di rottura col passato;
  6. infine, ecco pure tra i soci e i dipendenti di LVN quelli nati nel periodo 1981-1996 (la famosa generazione Y o millennials);
  7. dopodiché, con tutti loro, addirittura ora facciamo meglio la conoscenza di giovani concepiti tra il 1997 e il 2012 (generazione Z o centennials)Resteranno al nostro fianco? Sposeranno i nostri valori fondanti, magari con l’aggiunta di un po’ di ‘sale&pepe’? Sceglieranno la semplicità dell’approccio che ha accompagnato sempre la nostra famiglia, non dimenticandosi tuttavia il peso sempre più importante della preparazione curriculare e dell’attenzione culturale verso la sostenibilità, sia tecnologica che ambientale?

Ecco, che ne dici? Non è poco quel che è stato seminato, vero?! Perciò – a questo punto – ci sentiamo persino autorizzati a sognare (quasi) in grande. Così tutto fa sperare che dopo arriveranno tra le nostre fila anche i bambini di oggi. Sarebbe davvero bello avere già una qualche certezza di un loro apporto creativo, attivo, ‘evolutivo’…  Nei nostri spazi aperti verdi e (speriamo) dentro un mondo in generale migliore.

Proprio per questo motivo l’impegno di noi più ‘vecchi’ deve essere quello di predisporre al meglio i contesti dove operiamo (e naturalmente il nostro grande giardino di campagna) per la generazione alpha ovvero quella degli screenagers. Eccoli lì, in un certo senso già pronti. Saranno nati dal 2013 al prossimo 2028: saranno un gruppo pieno di attese enormi e di scommesse altrettanto impegnative. Noi, in cima al cuore, non vorremmo deluderli (!).

A La Trinità, uno spicchio di mondo: di generazione in generazione

come scegliere le erbe aromatiche da conservare

Dentro la nostra speciale vicenda umana&imprenditoriale, dal 1865 ad oggi, sono dunque trascorsi 159 anni di Storia: quella con la ‘S’ maiuscola, nella quale si è cucita la storia di una famiglia e di una comunità che lavorano insieme. Anzi, scusa, ormai sono quasi 160 (!).

Le prime domande allora si presentano così:

  • quanti saranno stati per l’esattezza i padri, le madri, i figli e le figlie, i nipoti e pronipoti i quali si sono già succeduti nella costruzione di questa tela? Dai più ‘memorabili’ a qualche simpatica meteora…
  • quanti – in questo lungo tempo – si sono ritrovati uniti in modo indelebile al fine di svolgere il nostro bel lavoro e per soddisfare molti clienti diversi? Per arrivare, insomma, a consigliare ed aiutare anche te (!).

D’altronde, lungo i decenni, ciascuno di noi ha visto approdare in azienda (e, allargando lo sguardo, in tutti i contesti professionali dove da sempre operiamo) ‘nuove leve’. Ognununo di questi giovani ha portato una visione del mondo diversa: aderenze e riconoscenze rispetto al passato dei padri, ma anche nuove convinzioni e attitudini. E diciamo che ciò è nell’ordine delle cose naturali. “Si sa”, forse aggiungerai tu.

Negli ultimi tempi, però, le differenze coi ‘vecchi’ si sono fatte forse più evidenti. Così pure dentro Linea Verde Nicolini – a volte – ci rendiamo conto che può diventare difficile conciliare le parti, trovare una quadra tra la maggior parte di noi (nata negli anni dell’esplosione economica e demografica) e la gen Z (cioè gente che resta un po’ a cavallo tra il prima e il dopo, e che in effetti ha vissuto rivoluzioni sociali ed esperienze anche molto diverse). E poi – come si diceva – cercano il loro spazio, desiderando ruoli e proponendo diverse/nuove competenze, i millennials. In attesa già degli altri, ché tutto sembra essere sempre più veloce. Ti ci raccapezzi, tu?!?

Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E questo – se non ci si libera dai preconcetti legati all’età e non ci si apre in modo responsabile a un reciproco&vero ascolto – può persino dare un po’ d’ansia. Siamo onesti: è così (!).

VALORI A CONFRONTO

Trascurare il bagaglio di valori di ciascuna generazione – tanto in termini di aspettative che nel modo di guardare il lavoro – può rivelarsi un pericoloso boomerang. Valorizzare questi ‘equipaggiamenti’ – al contrario – significa cogliere un’opportunità di crescita per l’organizzazione. Come fare? Gli esperti ci dicono di favorire il dialogo tra junior e senior (noi ci stiamo provando). Ci dicono di puntare sulla formazione (si fa, sempre di più!). Ci dicono di adottare programmi di mentoring, cioè di affiancare persone d’esperienza ai nuovi. Cosa può esserci di meglio?! Bel programma: ci proviamo, ogni giorno.

Un frullato misto di visioni: assaggiarlo con calma è il segreto per capire dove andare insieme

conservare le erbe aromatiche in frigo

Dunque le cose non sono cambiate in modo vertiginoso solo nella società in senso generale: si sono trasformate anche nello specifico del nostro lavoro, sia ‘sul campo’ che dietro le quinte, in ufficio.

Come si può non fare i conti con tutto questo? Noi ci stiamo convincendo – ognuno con la propria personalità ed esperienza – che sarebbe da sciocchi non frullare insieme, con eguale rispetto dei pesi specifici, il know-how di chi sta già quasi per andare in pensione e la facilità ad imparare le nozioni tecniche oggi necessarie, tipica dei più giovani o (forse più giusto) dei plus-motivati.

Perciò è arrivato il momento di guardarsi tutti negli occhi e prendere delle decisioni oneste: decisioni strategiche e operative, ma anche di corretta gestione relazionale. Perché d’altronde la scommessa di andare d’accordo verso degli obiettivi importanti non si può perdere: nessuno può permettersi di perderla: né noi né i nostri partner o concorrenti.

Quindi, ancora altre domande…

  • Cosa significa darsi dei ruoli?
  • Cosa significa rispettare i compiti personali senza tuttavia dimenticare di fare squadra anche con chi ci è vicino?
  • Cosa significa tutto questo fluire di prospettive, in un’azienda storica e di famiglia?

Come vedi, i temi sul tavolo – tra un prato e un albero protagonisti principali della nostre giornate – sono tanti. E si allargano a macchia d’olio non solo ai più o meno diretti collaboratori, ma anche a tutti gli amici e clienti più affezionati. Ognuno di loro infatti ci auguriamo che percepirà la differenza, man mano che il circolo virtuoso della collaborazione generazionale riuscirà a consolidarsi più di sempre. Memore degli insegnamenti del passato, ma (per forza) anche consapevole delle necessità economiche e delle teorie gestionali più recenti.

Quando si lavora in un’azienda (tanto più se è un’azienda familiare) ogni giorno si convive con tante certezze di relazioni e appoggi reciproci, ma anche con tante valutazioni in eterno divenire. Dovremmo forse chiamarli dubbi? Beh, sì: hai ragione, ci sono anche tanti sacrosanti dubbi che vanno affrontati. Ma è sempre meglio farlo insieme. Se no rischiano di diventare occasioni perdute, smarrimenti di tempo e di capacità, addirittura una sorta di dilemmi esistenziali.

A PROPOSITO DI ETHOS

Ci capita di constatare che i più âgé – pur mostrando di riconoscere un valore alla flessibilità – possono mostrare una maggiore inclinazione verso la stabilità, la tradizione lavorativa. Tra quelli ancora attivi c’è del resto chi – anche per motivi generazionali – dà grande importanza alle opportunità di apprendimento ed adattabilità (arrivando persino alla possibilità, dove necessario, di lavorare in certe circostanze da remoto!). I più giovani, invece, mettono al primo posto (anche giustamente) l’equilibrio tra vita professionale e personale. Chi ha ragione? Nessuno, cioè tutti. O, almeno, tutti quelli che basano le loro convinzioni riguardo all’ambiente lavorativo ideale su traguardi di inclusività e produttività. Sottoscriveresti anche tu questo principio?

  • Tutto questo vorrà dire anche dover mettere a punto strategie di gestione del personale più personalizzate? Perché no!? Qualcuno, là nel mondo intorno, suggerisce di sì.
  • Tutto questo vorrà dire adeguare le politiche lavorative alle esigenze di ogni generazione? Se dobbiamo aumentare e fidelizzare i talenti che abbiamo a disposizione, probabilmente sì.

Prima del lavoro pratico c’è la predisposizione al NOI: va fatta scendere in campo

conservare le erbe aromatiche nel freezer

Come in tante altre aziende, anche nella nostra convivono approcci personali diversi: dovuti all’età anagrafica, come dicevamo, ma non solo. E far lavorare insieme queste persone, con serenità e profitto, a volte non è un esercizio per niente facile. Lo si sa, che è così. Inutile nascondersi dietro un dito, no?!

Non vogliamo certo metterci in cattedra ad insegnare nulla a nessuno: abbiamo, come tutti, il nostro lungo carico di tentativi non necessariamente riusciti e fisiologiche sconfitte. Conosci forse un’imprenditrice o un imprenditore che non abbia mai sbagliato? Giusto: non esiste. Soprattutto se ‘vive’ da più di un secolo e mezzo sul mercato 😉

Però, appunto a cagione di tanta esperienza accumulata nei decenni, qualche buona mossa l’abbiamo pur imparata (o la stiamo imparando). Possiamo appunto mettere a frutto – per esempio – la nostra abitudine a ritrovarci insieme tutti i giorni, tra soci e collaboratori di diverse età. E, quindi, possiamo cercare di tenere più alte possibile le ‘antenne’ che ci rendono capaci di captare i segnali più significativi, da diversi punti di vista. Per cogliere subito pareri davvero utili dati dagli esperti complementari alla nostra attività (o da chi in certi anfratti burocratici&organizzativi ci è passato prima). Per intuire (meglio se in anticipo) dove vuole andare la gente. Tutta la gente, ma soprattutto quella che ci sta a cuore: quella come te.

QUALCHE SFIDA DI GRUPPO

Noi abbiamo ereditato e coltivato diverse grandi fortune: un luogo incredibile, una famiglia che (finora) non si è sgretolata, una comunità allargata che ancora ci conosce e riconosce, un core-business nel verde che oggi è condiviso e sentito in modo trasversale. E forse anche tante altre cose positive, tra le quali potremmo citare – non da ultimo – anche la diversità di caratteri e la creatività o la caparbietà. Non sono cose che, se prese dal verso giusto, vanno in disaccordo con la richiesta di essere pienamente compresi sul luogo di lavoro e quindi con la voglia di sentirsi parte viva di un vero gruppo. Sono solo sfide. E le sfide difficili dovrebbero essere belle.

Non è la prima volta (ma ogni cambio è sempre diverso!)

essiccare le erbe aromatiche

In quanto a ‘passaggi di consegne’ – come dunque hai ben capitola nostra azienda non è una neofita. La sfida è già stata affrontata tante e tante volte, in particolare all’interno della famiglia (ma non solo). Allora perché adesso l’idea di ‘lanciarci oltre’ sembra farci quasi più paura?

La paura – spesso – nasce dalle normali divergenze: quelle più tenui e quelle più appuntite. Eppure, pare strano, è proprio nelle disparità di opinioni che qualcuno ci insegna a riconoscere una possibilità di ‘salto in alto’. Cucire con l’accoglienza (= ascolto = collaborazione = attenzione) gli approcci diversi alla produzione deve essere l’unica opportunità vera per restare forti, operativi, pronti a moltiplicare le occasioni per il futuro. Noi oggi, nel nostro insieme e nelle nostre diversità, vogliamo impegnarci a controfirmare questo proposito.

Il primo obiettivo, quindi, è anche qui a La Trinità (un po’ come ovunque e per tutti…) quello di tessere una tela inedita con i vari fili delle modalità di azione differenti. Imbastire nuove ‘asole’, sulla base dell’incontro tra punti di vista all’inizio distanti. E, qualche volta, magari anche mollare un po’ la presa. Ma senza chiedere per questo a nessuno di rinunciare del tutto a se stesso e alle proprie convinzioni più serie, più fondate.

La visione, ragazza/o mia/o, ci hanno insegnato che si crea così: mettendo a fuoco tutto quello che è condivisibile, sostenibile, sottoscrivibile… E modellando il NOI un po’ a prescindere delle età anagrafiche o previdenziali o creative (!).

Di sicuro non ci troviamo più nel secolo scorso: i giovani di oggi non possono essere la copia esatta di quelli di ieri. Tuttavia anche allora ci sarà stata qualche bella difficoltà di comprensione e – qua e là – una qualche rigidità a riconoscere che le azioni di chi era venuto prima fossero un bene irrinunciabile. Così come è sempre capitato – anche nelle migliori famiglie&aziende – di non riuscire a lasciare spazio (magari per qualche comodità a breve termine) alle conoscenze di chi arriva a metà strada di un percorso individuale/professionale già avviato. Altrettanto non è cosa da poco riconoscere il valore di network differenti, che ogni singola generazione può (anzi, deve!) mettere a disposizione dell’attività imprenditoriale.

Insomma, in azienda anche il lavoro relazionale è bello&duro: esattamente come quello con le piante, nei giardini e nei parchi diversi che ci vengono affidati – generazione dopo generazione – in cura. Ma il verde e le persone sono la nostra ricchezza: all’uno e alle altre dobbiamo la stessa attenzione.

DISTRUZIONE CREATIVA

Il nostro linguaggio e il nostro modo di relazionarci è cambiato per sempre: la rete, i dispositivi mobili e i social media hanno modificato comunicazione e modo d’informarsi. Non possiamo pretendere, allora, che una tale rivoluzione – che è esattamente quella che definiamo digitale – possa in qualche modo restare fuori dalla porta del mondo del lavoro, dei mercati, del business e delle aziende. Anche quelle che operano tra frutti e alberi e fiori come la nostra (!). Con questo fenomeno – volenti o nolenti – dobbiamo fare i conti. E dato che qualcuno l’ha chiamato ‘distruzione creativa’… Beh, dai! Non è tanto diverso dal progettare e riprogettare uno spazio aperto: la natura si modifica (crea e distrugge) in ogni stagione. Per noi, alla fine, non dovrebbe essere poi così tanto complicato ri-entrare in quest’ottica.

Boomers, NON serve che vi facciate da parte: dovete solo scorrere un po’ di lato

conservare le erbe aromatiche con l'aceto

Una riflessione che abbiamo fatto negli ultimi tempi – anche leggendo molti articoli e contributi sul tema – è che nelle PMI italiane siamo pieni dei già citati baby boomers (se non ci viene troppo da ridere a chiamarli oggi ‘bambini’…). Sì, anche da noi ci stanno un sacco di lavoratori over 64, che spesso sgobbano come pazzi e che – probabile – ai più giovani talvolta danno anche un po’ di formicolio alle mani. Mah… Davvero non ci servono più?

No. Che male c’è, invece, se rimangono ancora un po’?!? Intendiamoci, non è bello che non si facciano un po’ di lato, come invece si usa quando arriva qualcuno a cena e tutti d’istinto scorrono per lasciare il giusto spazio ai ‘ritardatari’. Del resto, di solito alla tavola imbandita per tutto il gruppo non vige neanche la regola che qualcuno debba sacrificarsi e alzarsi in anticipo (a meno che non sia proprio stanco oppure annoiato). Come diceva la famosa canzone, semplicemente, ‘aggiungi un posto a tavola’ (e fatti un po’ più in là).

Per questo noi pensiamo davvero che la permanenza operativa dei più maturi non sia un limite in sé: finché hanno qualcosa da insegnare, finché non sono infiacchiti, finché sanno anche reinventarsi – un po’ per volta – dei ruoli magari diversi e via via un pochino meno centrali… Perché no?!

  • Tutto ciò che non rallenta, ma indica la strada, è un valore. C’entra e non c’entra l’età.
  • Ciò che aiuta nella ricerca del benessere e della sostenibilità personale&collettiva è un valore. C’entra e non c’entra l’età.
  • Ciò che stimola ed educa in una o più direzioni chi approda in azienda, è un valore. C’entra e non c’entra l’età.

D’altronde, ognuno – anche nella nostra azienda – ha la sua etica personale del lavoro. E questa davvero c’azzecca poco con l’età anagrafica (!). Quindi le reciproche resistenze sono, alla fine, piuttosto sciocche. Vedere l’opportunità aperta da qualche crisi, invece, è piuttosto lungimirante.

In definitiva… Ci stiamo lavorando!

conservare le erbe aromatiche sott'olio

Lo sai, Linea Verde Nicolini è una piccola organizzazione. Ma la sua è una storia importante: lo è stata per la comunità di Capranica e non solo, in passato; è il motivo per cui speriamo resti attiva e significativa anche nel futuro più o meno lontano. Perciò per noi è decisivo ispirarci ai migliori: al di là della grandezza del business e del numero dei dipendenti, resta apprezzabile allenarsi a far crescere l’arricchimento reciproco, con costanza (tanta costanza!) e rispetto. Ci riusciremo ancora? Ci riusciremo di nuovo? Speriamo (!).

Incrociamo le dita e ci lavoriamo su. Nessuno, però, deve mancare all’appello se vogliamo veramente restare attendibili e veri. Se vogliamo fare una qualche differenza positiva. Senza annegare negli stereotipi. Senza pre-giudicare le culture e le competenze diverse. Educandoci dalla radice agli ultimi frutti.

P.S.
Ah, ricordiamoci anche questo. Qualche volta pure i lavoratori più anziani sono insaziabili di cose nuove e vogliono imparare e crescere 😉 Meglio così!

Di stagione in stagione.

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di Linea Verde Nicolini

Line Verde Nicolini
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